Marianna Velenosi

Marianna Velenosi nasce nel 1993 da una famiglia di viticoltori delle Marche, più precisamente di Ascoli Piceno. Fin da piccola è stata abituata alla vita in vigna e cresciuta in cantina dai genitori Angela ed Ercole Velenosi, fondatori nel 1984 dell’omonima cantina.

Dopo aver completato il ciclo di studi in Economia aziendale e il Master in Marketing all’università Bocconi, Marianna inizia la sua carriera nel Gruppo Castel, in particolare nella catena di distribuzione Nicolas in Svizzera. Inizialmente come assistente marketing e successivamente come responsabile marketing prodotto, ha lavorato 3 anni a Ginevra per rafforzare le relazioni con i fornitori del gruppo ed incrementare i servizi ai clienti finali.

Decide poi di entrare nell’azienda di famiglia nel 2019 come Responsabile Marketing e Brand Ambassador. Responsabile del marketing tradizionale e digitale dell’azienda, si occupa di far conoscere il Piceno ed in specifico i vini della cantina ai mercati esteri. Oggi, Velenosi esporta in 55 paesi ed è riconosciuta come un’azienda ambasciatrice del Piceno e del vino delle Marche nel mondo, diventando anche un modello di imprenditorialità al femminile.

Come comprendere il comportamento d’acquisto dei consumatori di vino? Basta ascoltare gli pseudo-esperti

Per comunicare efficacemente con i consumatori di vino, bisogna innanzitutto comprendere il comportamento umano e accettare che ogni consumatore di vino è prima di tutto un consumatore. Troppo spesso, la wine industry non capisce che rendere il vino accessibile non significa stratificarlo in base alla qualità, ma piuttosto fare appello al bisogno del consumatore (cioè dell’individuo) di sentire che sta beneficiando delle proprie decisioni di acquisto. Tutte le app per il vino e i dati su cui fondano la propria analisi del comportamento di acquisto si basano su acquisti passati e sulle etichette di vino più note e con un’ampia distribuzione. Il risultato è un restringimento e un’omogeneizzazione dei tipi di vino presenti tra quelli consigliati o sui quali l’industria vinicola fa affidamento per prendere decisioni sui consumatori.  Se però l’intento reale (come l’industria del vino ama comunicare) è quello di incoraggiare i consumatori a esplorare, provare e bere meglio (capire che qualità e prezzo non si escludono a vicenda), allora l’industria del vino non deve solo cambiare il modo in cui comunica con i consumatori, ma per molti versi deve tornare al modo in cui comunicava con i consumatori 20-30 anni fa. L’industria del vino è, per molti versi, il peggior nemico di sé stessa.