Gurvinder Bhatia IWE

Gurvinder Bhatia è caporedattore ed editore di Quench Magazine – la pubblicazione enogastronomica più longeva del Nord America e più distribuita in Canada. Anche se ha scritto per Quench per oltre due decenni e negli ultimi 15 anni è stato parte del team editoriale, Gurvinder ha acquistato la rivista nel 2021. Da allora è impegnato nella sua evoluzione verso una rappresentazione molto più genuina della nostra società. Gurvinder è anche giornalista enologico per Global Television Edmonton, giudice internazionale e presidente di Vinomania Consulting. Gurvinder è stato il proprietario/fondatore della boutique Vinomania (aperta nel 1995, chiusa nel 2016), nominata in numerose occasioni tra le 20 migliori enoteche del Canada.

Gurvinder è stato per 11 anni editorialista per la CBC Radio ed è certificato dalla Vinitaly International Academy come uno dei soli 15 Italian Wine Expert al mondo. È anche avvocato e, oltre alla laurea in Giurisprudenza (JD), ha anche conseguito il Master in Business Administration (MBA) con lode. Nel 2015, Gurvinder è stato nominato da Alberta Venture Magazine come una delle 50 personalità più influenti di Alberta. È attivamente coinvolto nella comunità ed è stato leader di numerose organizzazioni, tra cui la Edmonton Community Foundation, l’Alberta Social Enterprise Venture Fund, e l’iniziativa Edmonton Shift Lab per combattere il razzismo. Gurvinder ha sviluppato e moderato una tavola rotonda su «I media e il razzismo» come parte della serie di Conversazioni Comunitarie del Centre for Race and Culture’s Challenging Discrimination through Community Conversations.

Come comprendere il comportamento d’acquisto dei consumatori di vino? Basta ascoltare gli pseudo-esperti

Per comunicare efficacemente con i consumatori di vino, bisogna innanzitutto comprendere il comportamento umano e accettare che ogni consumatore di vino è prima di tutto un consumatore. Troppo spesso, la wine industry non capisce che rendere il vino accessibile non significa stratificarlo in base alla qualità, ma piuttosto fare appello al bisogno del consumatore (cioè dell’individuo) di sentire che sta beneficiando delle proprie decisioni di acquisto. Tutte le app per il vino e i dati su cui fondano la propria analisi del comportamento di acquisto si basano su acquisti passati e sulle etichette di vino più note e con un’ampia distribuzione. Il risultato è un restringimento e un’omogeneizzazione dei tipi di vino presenti tra quelli consigliati o sui quali l’industria vinicola fa affidamento per prendere decisioni sui consumatori.  Se però l’intento reale (come l’industria del vino ama comunicare) è quello di incoraggiare i consumatori a esplorare, provare e bere meglio (capire che qualità e prezzo non si escludono a vicenda), allora l’industria del vino non deve solo cambiare il modo in cui comunica con i consumatori, ma per molti versi deve tornare al modo in cui comunicava con i consumatori 20-30 anni fa. L’industria del vino è, per molti versi, il peggior nemico di sé stessa.